Parliamo di Amaranto, pianta di cui si è riscoperto l’utilità in cucina negli ultimi decenni. Considerato uno pseudo cereale, proprio perché in cucina è utilizzato alla stregua di cereali. L’Amaranto conta diverse specie, tre delle quali sono utilizzate in modo particolare in cucina (Amaranthus caudatus, cruentus e hypochondriacus). Tra le piante più antiche dell’umanità, presenta dei semi piccoli e gialli con un sapore dolciastro.
Proprietà benefiche dell'amaranto
Ricco di carboidrati complessi, l’amaranto presenta un’elevata quantità di proteine vegetali:
senza glutine, è un alimento ideale per chi soffre di celiachia. Tra le altre qualità nutritive segnaliamo:
- la presenza di fibre, che stimola la riduzione del colesterolo,
- la presenza di Sali minerali come calcio, ferro, fosforo e magnesio,
- la ricchezza di Vitamina C, A e B.
Tra i suoi effetti benefici ci sono l’agevolazione delle funzioni intestinali, e il rafforzamento del sistema immunitario per la grande presenza di ferro.
Valori nutrizionali
dell'amaranto
Per ogni 100 grammi di amaranto ci sono 371 Kcal e:
- Acqua 14 g
- Proteine 13,6 g
- Grassi 6,5 g
- Carboidrati 65,2 g
- Fibre 1,7 g
- Colesterolo 0 g
Cenni Storici
L’Amaranto è tra le piante più antiche del mondo: la sua origine può essere fatta risalire al Centro America. E' proprio da questi territori che arriva l’appellativo di misterioso grano o Grano degli dei (Aztechi). I Maya lo utilizzano come nutrimento, mentre tra gli Incas era conosciuto come Kiwicha (piccolo gigante), sfruttato per i suoi effetti curativi. Si racconta che le Dee amavano essere celebrate dagli uomini con la realizzazione di ghirlande di amaranto: un dono per ottenere la loro protezione. In epoca romana, invece, l’amaranto era considerata una pianta capace di allontanare l’invidia e la sorte avversa.
In epoca più recente, l’amaranto era già utilizzato in Europa nel diciottesimo secolo come pianta ornamentale. Mentre in Africa e Asia nel secolo successivo era utilizzato come ortaggio e cereale. Fu nel 1975 con la pubblicazione di un libro di botanica dell’americana National Academy of Sciences che fu riscoperto l’Amaranto e si è tornato ad utilizzarlo fino ai giorni nostri anche in cucina.
Come conservarlo
L’amaranto va conservato in un
luogo fresco e asciutto: in questo modo e tenuto a riparo dall’umidità, potrà essere consumato anche a distanza di mesi dal suo acquisto.
Varietà di preparazione dell’amaranto
Riscoperto circa 40 anni fa, l’amaranto oggi sta vivendo una notevole diffusione come ingredienti per varie preparazioni in cucina. Alimento ideale per celiaci e per chi ha scelto un regime alimentare vegano, l’amaranto può essere utilizzato sia nella realizzazione di piatti dolci che di quelli salati. Il suo chicco presenta un
sapore molto dolce, mentre se cotto acquista una consistenza gelatinosa: proprio per questo è preferibile cuocerlo in abbinamento ad altri cerali o per la preparazione di zuppe. Inoltre può essere anche frullato e unito ad altri ortaggi per realizzare passati o vellutate. Utile anche nell’alimentazione di bambini molto piccoli e per dare più sapore al minestre e verdure, mentre non è da scartare il suo utilizzo al posto della pasta.
Tra le ricette a base di amaranto, vi suggeriamo delle deliziose
crocchette di amaranto, mentre per chi è allettato da un primo piatto ecco una
zuppa di zucca e amaranto, ideale nella stagione autunnale.
Pubblicata il 02/12/2016
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