Cos'è il melograno?
Punica Granatum, meglio conosciuto come melograno, è una pianta che rientra nella famiglia delle Punicaceae con origini Asiatiche (è nata in una zona che va dall’Iran all’India). Diffuso anche nel Mediterraneo fin dall’epoca preistorica, sbarcò nelle Americhe insieme ai colonizzatori spagnoli. Il nome scientifico Punica deriva dall’omonima regione costiera della Tunisia e fu scelto dai romani perché tale pianta arrivò proprio proveniente dalla regione Punica. Il termine melograno, invece, unisce i nomi latini malum (mela) e granatum (con semi); in inglese antico tale pianta era nota come Apple of Granada visto che questo frutto compare nello stemma della città di Granada. Le foglie sono opposte (si possono trovare anche sub opposte), con superficie lucida e sono strette ed allungate. I fiori sono rosso vivo, mentre il frutto (melagrana o granata, anche se nella quotidianità anche questo è definito melograno) ha forma rotonda, presenta una buccia molto dura. Numerose le varietà: si può citare la varietà nana, i cui frutti non sono però commestibili perché acidi, utilizzata per bonsai o piccole piante decorative, ma sono davvero moltissime i tipi di questa pianta. Nessuna particolare indicazione per la coltivazione del melograno: il periodo ideale per la raccolta è in autunno, soprattutto tra ottobre e novembre.
Valori nutrizionali
del Melograno
Passiamo alla composizione nutrizionale: questa pianta ha notevoli proprietà benefiche. Ricco di antiossidantiè indicato per prevenire l’invecchiamento precoce, così come per l’alta presenza di flavonoidi e acido ellagico aiuta nella prevenzione dei tumori, soprattutto di prostata, pelle, seno e polmoni. Il frutto è ricco di Sali minerali e l’elevato contenuto di potassio lo rende adatto alla stimolazione della diuresi.
Calorie
per 100 grammi di prodotto edibile
100 grammi di melagrano (o melagrana) contengono circa 63 Kcal con:
- Lipidi 0,20 g
- Proteine 0,50 g
- Carboidrati 15,90 g
- Potassio 250 mg
- Calcio 10 mg
- Fibre 2,20 g
- Fosforo 20 mg
- Magnesio 5 mg
Cenni Storici
Pianta molto antica, le proprietà benefichedel melograno furono riconosciute fin dall’antichità: considerato il cibo dell’allegria in epoca romana era ritenuto simbolo della fertilità. Per questo le spose usavano i rametti del melograno per intrecciare i propri capelli, come rito per favorire una numerosa prole. Successivamente divenuto allegoria della Chiesa, nel periodo del Rinascimento era molto utilizzato dai pittori che erano soliti disegnare Gesù Bambino con questo frutto in mano: il simbolo della nuova vita che Dio aveva donato all’uomo. Dal sacro al profano, una leggenda vuole che il succo di Melograno sia il sangue del dio Dioniso: la dea dell’amore, Afrodite, proprio in suo onore decise di piantarlo sulla terra. Altra leggenda, invece, racconta del matrimonio tra Proserpina e Plutone, reso immortale proprio dalla melagrana.
Come Conservarlo
Il Melograno lasciato in un luogo fresco e asciutto può riuscire a mantenersi fino a un mese ma esistono metodi per allungare la durata della conservazione Frigorifero: Per conservarlo più a lungo si può metterlo nel frigorifero dove può arrivare a resistere anche due mesi. Mettendo soltanto i semi in frigo, in un sacchetto di plastica, si dovranno consumarli entro una settimana. Congelatore: I semi possono anche essere congelati, prima di farlo è opportuno però che siano ben asciutti per evitare che si attacchino l’uno all’altro. Congelati, i semi del melograno possono conservarsi fino a un anno.
Varietà di ricette con il Melograno
Ottimo da mangiare anche da solo, magari conditi soltanto con qualche goccia di limone, il frutto del melograno è utilizzabile anche in ricette di primi e contorni. L’autunno è il periodo ideale per assaporare il gusto di un
risotto al melograno, un primo piatto ottimo quando arriva la stagione della caduta delle foglie. Ma molte ricette che utilizzano le melagrane sono insalate: ad esempio è tutta da gustare
l’insalata con spinacini, melograno e noci. Possibile poi assaporare una dolcissima
crema pasticcera al melograno.
Pubblicata il 31/10/2017
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