E' la Cina la patria del
rabarbaro, pianta erbacea conosciuta con il nome scientifico di
Rheum species. Appartenente alla famiglia della Polygonaceae, in cucina se ne utilizzano le coste e non le foglie che possono anche essere tossiche. Le radici, invece, sono utilizzate in medicina. Il rabarbaro è un ortaggio primaverile e il suo periodo va da aprile a fine maggio.
Nato in Cina, oggi si trova anche nelle regioni a clima temperato. Presenta foglie grandi, di colore verde, in alcuni casi con sfumature di rosso. Predilige un terreno leggero, lavorato in profondità. La pianta di rabarbaro ha diverse varietà: se ne contano almeno sessanta, alcune delle quali con valore prettamente ornamentale.
Tra le varietà più conosciute troviamo: rabarbaro a gambo e polpa verdi, rabarbaro a gambo rosso e polpa verde, rabarbaro a gambo e polpa rossi. Inoltre possono essere menzionati anche il rabarbaro cinese, il Rheum officinale e il Rheum undulatum.
Le proprietà benefiche del rabarbaro
Questa pianta presenta proprietà medicinali. E' ottima per stimolare l'appetito ed è indicata per favorire la digestione. Inoltre a dosi elevate ha anche funzione purgativa. I gambi sono ricchi di vitamina C, calcio e potassio; recenti studi scientifici gli attribuiscono anche effetti anti-tumorali, se cotti al forno. Tale tipo di cottura, infatti, aumenterebbe la presenza di polifenoli, una sostanza in grado di uccidere le cellule tumorali. Attenzione però perché esistono anche delle controindicazioni all'utilizzo del rabarbaro. E' sconsigliato, infatti, alle donne in gravidanza e durante l'allattamento, ai bambini al di sotto dei due anni e a chi soffre di ulcere, coliti e calcoli renali.
Valori nutrizionali
per 100 g di Rabarbaro
- Kcal 21
- Proteine 0,9 g
- Carboidrati 4,54 g
- zuccheri 1,1 g
- Grassi 0,2 g
- saturi 0,053 g
- monoinsaturi 0,039 g
- polinsaturi 0,099 g
- colesterolo 0 mg
- Fibra alimentare 1,8 g
- Sodio 4 mg
- Alcol 0 g
Cenni storici
Il nome deriva da barbara, cioè radice straniera in quanto non consumata in Occidente. Conosciuta già ai tempi dei greci per i suoi poteri medicinali, la sua origine risale a molti anni prima di Cristo (si parla di 2700 anni prima in Asia). Il suo utilizzo in cucina però è relativamente recente: circa due secoli fa, infatti, furono gli inglesi a scoprire che questa pianta è anche commestibile.
Come conservare
Come già accennato, di questa erba si mangiano le coste che devono essere tenute lontane da luce e aria. Per questo possono essere conservate in sacchetti di carta con alcuni fori: così riescono a mantenersi a lungo anche se il sapore amarognolo aumenta con il passare dei giorni. Le radici, invece, possono essere conservate essiccate.
Varietà di preparazione
Il rabarbaro è ottimo per le
confetture ma non solo. Da provare il
soufflè con questa pianta e le fragole. Proprio il mix tra il rabarbaro e le fragole è particolarmente indicato in quanto il gusto amaro del primo va a combinarsi alla perfezione con il sapore dolce delle seconde.