Il
sake o sakè è una bevanda alcolica giapponese che si ottiene con la fermentazione di
riso, acqua e spore koji. Conosciuta anche come vino di riso, non può essere inserita né tra i distillati, né tra i fermentati e neanche tra i liquori.
Sake, traduzione letteraria ‘bevanda alcolica’, è un termine che assume vari significati in base alla regioni in cui ci si trova. Così nel Kyushu meridionale è abbinata al shochu di patate, distillato prodotto con le canna da zucchero; ma ad Okinawa tale parola è utilizzata per indicare l’awamori, distillato di riso a chicco lungo. In generale possiamo distinguere due tipi di
saké: quello normale (il futsuu-shu) e quello per occasioni speciali, il tokutei meishoshu. Il primo può essere paragonato al nostro vino da tavola e rappresenta la maggioranza della produzione (circa il 75%). Il tokutei meishoshu vanta invece la certificazione della purezza.
Ma come si prepara il sake? Occorre procurarsi una bottiglia speciale, la tokkuri, metterci dentro il sake e coprire il tutto con una pellicola. A questo punto bisognerà immergere la bottiglia in una pentola con acqua tiepida e lasciarla su fuoco lento per cinque minuti circa, fin quando non raggiungerà la temperatura di circa 40°C. Importante che la temperatura non superi i 50°C; inoltre il tokkuri deve essere agitato così da fare in modo che la bevanda si riscaldi in maniera uniforme.
La storia del sake
Bevanda giapponese, in realtà il sakè ha origine in Cina: è nel quinto secolo avanti Cristo che sarebbe nata questa bevanda poi diffusasi in Giappone. Ma c’è anche un’altra storia che lega la nascita del sake al caso: coltivando il riso in acqua si sarebbero prodotte delle spore dalle quali sarebbe nata la bevanda alcolica di cui stiamo parlando con l’aggiunta di castagne, miglio e ghiande che erano masticate e poi sputate in un tino. La saliva, infatti, ha degli enzimi che permettono di convertire gli amici in zucchero.
Il sake in cucina
Per quanto riguarda l’utilizzo del sake, questo solitamente è servito a fine pasto, sia freddo che caldo; i più delicati vanno serviti a circa 8°C, ma in alcuni casi si servono anche a 50°C. Tradizione vuole che questa bevanda alcolica vada sorseggiata nel masu, un recipiente in legno di credo.