Finalmente è tempo di
castagne. L’autunno porta con sé qualche gustosa certezza, come quella di poter assaporare questo delizioso frutto. Attenzione però agli imprevisti ed in particolare alla
castagne matte. Ovviamente, un rischio che corre soltanto chi va a raccogliere le castagne da solo e non si affida all’acquisto presso i venditori autorizzati o nei supermercati. Le castagne matte, conosciute anche come castagne d’India o selvatiche, hanno una particolarità tutt’altro che secondaria: sono tossiche e quindi non commestibili. Ma
come riconoscere le castagne matte da quelle vere?
La differenziazione è tutt’altro che complicata, basta conoscere alcune evidenti differenze. Partiamo dall’albero: le castagne buone derivano dal castagno, quelle matte dall’ippocastano, albero che si può trovare facilmente in città. Questi hanno foglie composite, mentre quelle del castagno sono singole e seghettate.
Albero a parte, anche il frutto e il riccio presentano differenze che ad uno sguardo attento non possono non essere evidenziate. Così, una castagna matta si trova all’interno di un guscio verde, ricoperto da spine corte. Solitamente se ne può trovare una sola, rotonda e molto grande. Le castagne commestibili, invece, si trovano all’interno di ricci marroni, ricoperti da molte spine. Inoltre, in un riccio di castagno si trovano 2-3 frutti insieme, solitamente uno grande e gli altri due più piccolini.
Castagne matte, cosa fare in caso di intossicazione
Seguendo questa piccola guida non può non balzare agli occhi la differenza tra la castagna matta e quella gustosa che mangiamo in questo periodo dell’anno. Se però si è mangiato per errore una castagna d’India, i sintomi correlati sono quelli classici di un’intossicazione, in particolare vomito e diarrea. Chi li accusa può procedere in questo modo: il consiglio è di fotografare i frutti mangiati e l’albero da cui provengono. Quindi occorre recarsi al pronto soccorso. In questo modo i medici avranno tutti gli elementi a disposizione per decidere come intervenire.