Data Pubblicazione: 12/09/2015
La Coca Cola fa una mezza ammissione: forse è responsabile dell'aumento del peso corporeo di molti suoi estimatori.
Sulle colonne del prestigioso giornale Wall Street Journal è recentemente comparsa una dichiarazione dell’Amministratore delegato e Presidente della Coca Cola, il sessantaduenne Muhtar Kent. Il quotidiano americano, particolarmente influente anche dal punto di vista economico, riporta infatti una sorta di pubblica apologia da parte di Kent che, tuttavia pecca decisamente di una evidente mancanza di trasparenza. Il Presidente della Coca Cola, infatti, si spinge a confessare che gli effetti dietetici e alimentari che la bibita più nota al mondo procura non sono stati mai diffusi con la dovuta chiarezza. Una mezza confessione, dunque, che se da un lato sembra ammettere che la Coca Cola si è resa responsabile dell’aumento del peso corporeo di gran parte delle persone che la consumano abitualmente, dall’altro, in realtà, non si spinge a definire nulla di specifico né, tantomeno, si fa decisamente carico dei livelli di obesità raggiunti negli USA dove, da sempre, la Coca Cola rappresenta la bibita nazionale.
Muhtar Kent ha così cercato di porre rimedio a questa accusa promettendo pubblicamente che l’importante azienda si impegnerà, in un prossimo futuro, a diffondere con maggior trasparenza le possibili conseguenze che l’abitudine a troppi bicchieri di Coca Cola potrebbe avere sulla salute. Kent parrebbe infatti deciso a pubblicare gli studi medici e scientifici condotti internamente al Gruppo e riguardanti gli effetti che le bibite zuccherate possono avere sulla salute pubblica. Il Presidente della Coca Cola si è quindi detto pronto ad accettare ogni critica che verrà mossa verso l’azienda precisando che, se a volte tali critiche vengono condivise, altre volte vengono invece respinte con le dovute motivazioni. L’attacco al Gruppo Coca Cola e alla mancanza di limpidezza di Kent erano nate a seguito di un’inchiesta condotta dal New York Times. Secondo il quotidiano la Coca Cola tentava di ripulire la propria immagine finanziando direttamente ricercatori con il compito di minimizzare, se non addirittura negare, la responsabilità che le bevande gasate e zuccherate hanno rispetto all’aumento di diabete e obesità. Temendo quindi che il colosso statunitense potesse risentire di questa accusa, Kent ha promesso la pubblicazione sul Wall Street Journal di tutti i finanziamenti che l’azienda versa agli istituti accademici di ricerca e alle associazioni salutiste no profit.
Che dire dunque? Proseguiamo a gustarci le rinfrescanti bollicine della Coca Cola senza troppi sensi di colpa ma sempre senza esagerare!
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