I sapori, la storia, i segreti e i piatti tipici della cucina regionale Laziale
Si pensa che, per l'abbondanza dei sapori e i profumi intensi, la cucina del Lazio sia una cucina ricca, ma è fatta di ingredienti poveri, ecco quali.
Protagonisti di questa cucina sono i primi piatti, ambito dove la regione può esprimersi al suo meglio.
Chi non conosce la pasta alla carbonara? La sua origine ha una duplice radice: alcuni pensano che risalga agli anni '40, quando le truppe Americane portarono nei mercati romani il Bacon e reperendo gli ingredienti con cui avevano più confidenza, (spaghetti, uova e pancetta) ispirarono i cuochi Italiani; altri attribuiscono la sua creazione ai carbonai (detti carbonari in romanesco) che avrebbero fatto evolvere il piatto conosciuto come 'cacio e ova'. Al giorno d'oggi la ricetta ha anche due varianti: vegetariana e marinara.
Erroneamente si associa l'Amatriciana alla cucina Laziale; in realtà è originaria di Amatrice, una città Abruzzese, sebbene nel corso degli anni sia diventata più famosa a Roma e dintorni. La sua antenata è la Gricia, questa autenticamente Laziale, che prende il nome da Gricio, come a Roma veniva chiamato il venditore di pane e alimenti affini. Era il piatto dei pastori, che si portavano fra i campi pepe, pecorino, guanciale e pasta secca, ma senza pomodoro a differenza dell'Amatriciana. La Gricia ben si accompagna sia agli spaghetti, sia alla pasta corta.
Il famoso detto 'Giovedì gnocchi' trova la sua radice proprio nella città capitolina, poiché nel secondo dopoguerra i mercati presero l'abitudine di esporre i gnocchi fra gli alimenti in vendita. Così nacque nelle cucine più modeste quella ricetta molto calorica, in vista del giorno di magro previsto il venerdì. I gnocchi alla romana sono dei dischetti di semolino con una golosa crosticina creata dal pecorino quando sono gratinati al forno. Ancora oggi, questa tradizione in alcune famiglie del Lazio si è conservata.
Un'altra pietanza delle cucine povere Laziali sono le penne all'arrabbiata, protagoniste anche di alcuni film celebri. Il loro nome deriva dal diventare rossi (come se arrabbiati) quando le si mangia, a causa del peperoncino presente con l'aglio e il pecorino romano.
Il Lazio ha diffuso anche importanti secondi piatti, quali la coda alla vaccinara, originaria di una gastronomia povera, costituita dagli scarti (la coda e le guance del maiale), per poi trovare il modo più succulento di mangiare anche queste carni difficili a causa del sapore molto intenso, dato dall'alta concentrazione sanguinea: uno stufato, aromatizzato dal sedano.
Famosissime sono anche le fettine panate, cugine alla lontana delle cotolette Milanesi, ma più leggere, adatte anche ai bambini.
Queste sono solo alcune delle specialità culinarie con cui questa regione piena di storia, cultura e fascino continua a deliziare chiunque voglia farle visita.
Pubblicata il 30/12/2015
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