A tavola nel Medioevo
Nel Medioevo, l'alimentazione era varia e abbondante solo sulle tavole dei ricchi mentre i poveri si nutrivano prevalentemente di cereali e verdure.
Nel periodo storico compreso fra la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476) e la scoperta dell'America (1492), l'alimentazione non cambia molto rispetto all'epoca precedente a causa di vari fattori, come il ristagno degli scambi commerciali e culturali fra i vari Paesi, la scarsa evoluzione delle tecniche agricole ed alcune convinzioni di carattere sociale. I cereali, consumati fin dall'antichità, costituivano la base di ogni tipo di dieta, da quella dei nobili a quella dei contadini. Il grano, utilizzato per la preparazione di pane, polente e farinate, era in questo senso il cereale più diffuso ma, soprattutto sulle tavole dei più poveri, venivano consumati frequentemente anche il farro, la spelta, la segale, l'avena e il miglio. I contadini integravano il consumo di cereali con formaggio, legumi, uova, frutta, verdura e, occasionalmente, anche con il pesce. Essendo molto costosa, la carne era accessibile solo ai più abbienti, mentre la classe lavoratrice poteva permettersela solo in occasione delle feste o del pranzo domenicale. Fra le carni più apprezzate dai nobili e dai ricchi borghesi c'erano la selvaggina, il vitello, il maiale, il capretto e il pollame. Sulle tavole più ricche, queste carni venivano servite solitamente arrosto con salse e spezie pregiate importate dall'Oriente. Mentre il ricettario dei poveri si limitava spesso a zuppe e minestre, le classi più agiate godevano di una grande varietà di preparazioni nelle quali l'arte dei cuochi più esperti e fantasiosi si esprimeva in piatti spesso sofisticati e in accostamenti di ingredienti dolci e salati. Nel menù di tutte le classi sociali, la Chiesa aveva un'influenza determinante: in diversi periodi dell'anno, infatti, essa proibiva il consumo di carne e di altri cibi di origine animale, come le uova e i latticini. In alcuni giorni della settimana (come il mercoledi e il venerdi) e prima di ricevere il sacramento dell'Eucarestia, ogni cristiano doveva osservare la totale o parziale astensione dal cibo: il digiuno, infatti, serviva a rafforzare l'anima e a commemorare il sacrificio di Gesù. Ma nel differenziare la dieta dei ricchi da quella dei poveri avevano un peso importante anche i pregiudizi di classe: si riteneva infatti che lo stomaco di un nobile fosse necessariamente più delicato e che richiedesse alimenti più raffinati e costosi.
Oggi molti dei piatti "nobili" della cucina medievale sono caduti in disuso a causa di un cambiamento dei gusti e delle abitudini: nella alimentazione moderna, infatti, si preferisce optare per le ricette della tradizione contadina, molto più sane e leggere grazie alla loro abbondanza di ingredienti vegetali.
Pubblicata il 01/12/2015
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