Data Pubblicazione: 27/03/2018
Come riconoscere un buon caffè è cosa risaputa: occorre affidarsi sicuramente al proprio gusto, ma anche a qualche piccolo segnale che ci mette sulla buona strada. Ma dietro ad una semplice tazzina di caffè ci sono tante cose nascoste: dallo sfruttamento della terra a quelli degli uomini che lo lavorano e poi le contraffazioni: come si fa a riconoscere tutto questo?
Non parliamo di un aspetto secondario della produzione del caffè, un’abitudine che accomuna miliardi di persone visto che ogni giorno si bevono ben 4 miliardi di tazzine. Con numeri del genere si capisce quanta importanza abbia questo business: girano tanti soldi e questo significa anche occasioni da sfruttare per chi pensa alla propria tasca ma non al rispetto del prossimo e della terra. In particolare c’è un momento in cui il caffè ‘sparisce’ nella sua forma naturale nei Paesi di produzione e riappare come ‘marchio’ nei paesi di commercializzazione. Questa sparizione è ciò che permette al business di stare in piedi. Ma è possibile tracciare per intero il percorso del nostro chicco ed arrivare a riconoscere un buon caffè ma soprattutto un caffè ‘giusto’? Sicuramente anche in questo caso il gusto gioca la sua parte. Riuscire a riconoscere i vari sentori del caffè, apprezzarne la qualità, significa ignorare tutti quei prodotti di bassa lega e goderne senza sprechi.
Poi è importante l’etichetta, un passaggio che quasi nessuno contempla. Eppure lì è spiegato, magari non sempre chiaramente, cosa realmente stiamo ingerendo: non solo caffè! Farina di patate, polvere di cicoria, orzo tostato, glucosio, alcuni degli elementi presenti in quella polvere che qualcuno ha anche il coraggio di chiamare caffè. Se poi si vuole la certezza di bersi un caffè buono e giusto, allora non resta altro che affidarsi all'associazione Caffé Speciali Certificati: questa segue tutte le fasi della lavorazione e produzione del caffè e garantisce al consumatore una miscela di ottima qualità. Il caffè buono e giusto. E allora: buona tazzina a tutti!
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