Data Pubblicazione: 28/02/2016
Il museo per i celiaci: il Gluten free museum
La celiachia è una patologia purtroppo sempre più diffusa nel mondo contemporaneo: nel Gluten free museum si immagina il mondo dell'arte senza il pane.
Il glutine è un complesso proteico che è contenuto nella maggior parte dei cereali più diffusi; negli ultimi anni molte persone hanno sviluppato una particolare forma di intolleranza alimentare che viene chiamata celiachia. Chi ne è affetto è intollerante al glutine, quindi non può mangiare pane, pasta, e tutti gli altri prodotti realizzati con cerali contenenti glutine. Nei supermercati è diventato così sempre più facile trovare prodotti recanti l'etichetta gluten free, che sta ad indicare che sono adatti per il consumo anche da parte di una persona celiaca. Per molte altre persone però, che non soffrono di alcuna intolleranza particolare, quella del gluten free è diventata una specie di moda, tanto che si consumano prodotti per celiaci pur non soffrendo di questa malattia. Forse per ironizzare su questa strana deriva alimentare, Arthur Coulet, un giovane grafico francese di 26 anni, ha dato vita in internet ad un museo virtuale. Il museo si chiama Gluten Free Museum e mostra molte opere famose della storia dell'arte mondiale abilmente modificate da Coulet. Il blogger ha eliminato con un'audace manipolazione tutto ciò che all'interno dei quadri poteva contenere glutine. Quindi scompaiono pagnotte di pane, spighe di grano, forconi e covoni, dando un aspetto del tutto inusitato a dipinti fino a poco prima estremamente familiari allo spettatore. Ad esempio, come immaginare la Cena di Emmaus dipinta dal Caravaggio senza il pane in tavola, pronto ad essere spezzato dal Cristo? Ebbene, nella galleria di Coulet il panino è sparito dall'immagine, e allo stesso modo scompare nelle nature morte di Paul Cezanne. Nella carrellata proposta in internet c'è spazio anche per l'archeologia, con un affresco egizio della valle dei Re in cui le spighe di grano sono state eliminate; e non viene risparmiato neppure Van Gogh, i cui Contadini in siesta non riposano più su covoni di grano ma su un bel prato verde. Stando alle parole dello stesso Coulet il suo intento non era tanto quello di prendere in giro la fissazione dei cibi gluten free, quanto più di mettere in pratica la tecnica detta détournement, che consiste nell'omaggiare i classici dell'arte operando però al loro interno un piccolo spostamento semantico. Quale che sia stato il suo scopo, il risultato è davvero curioso, ed è visibile a tutti sulla pagina Tumblr di Coulet.
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