Alla vigilia di Natale è impossibile non mangiarla. Stiamo parlando dell'insalata di rinforzo, ricetta tipica napoletana.
In questa rubrica faremo un viaggio alla ricerca delle curiosità su questo piatto che accompagna soprattutto le festività natalizie. Nulla vieta di riproporlo però anche durante gli altri periodi dell'anno.
Insalata di rinforzo origine del nome: operazione che porta indietro nel tempo, alla comparsa di questo piatto sulle tavole napoletane prima e del resto d'Italia poi.
Andiamo all'Ottocento quando Cavalcanti nel libro 'Cucina teorico-pratica' descriveva la ricetta della caponata. Nulla a che vedere con quella marinata o con le freselle.
Insalata di rinforzo, non finisce mai!
Tra le varie storie legate a questo piatto c'è quella che fa discendere il nome dall'usanza di andare a rimpiazzare i vari ingredienti che via via venivano consumati. In pratica l'insalata di rinforzo era servita per la prima volta alla vigilia di Natale e si conservava fino a Capodanno. Per farlo si andava ad aggiungere sempre nuovi ingredienti: quelli consumati in precedenza o completamente nuovi.
Ma le storie non finiscono qui. Per qualcuno, infatti, il termine rinforzo deriva dalla presenza di aceto e acciughe che vanno ad irrobustire il sapore del cavolfiore. Una terza ipotesi fa risalire il nome all'effetto che il piatto avrebbe su chi lo mangia. Secondo alcuni, infatti, mangiare l'insalata di rinforzo stimolerebbe l'appetito, in pratica fungerebbe da rinforzo per la fame.
Insalata di rinforzo per irrobustire il cenone
Quarta, e forse più credibile, ipotesi fa risalire il termine rinforzo alla necessità di presentare a tavola la vigilia di Natale un piatto sostanzioso. In passato, infatti, il cenone del 24 era molto magro e con questa insalata i commensali poteva godere di una ricetta più nutriente. Qualunque sia la vera origine del nome, la certezza è una sola. E' impossibile affrontare il Natale senza preparare e gustare la
ricetta dell'insalata di rinforzo.
Pubblicata il 04/01/2017
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