Questa sorta di magia avviene attraverso un particolare procedimento. Ma a cosa serve? Qual è la vera utilità?
Le uova sode possono tornare liquide attraverso conoscenze universitarie avanzate di chimica e fisica e con qualche attrezzatura da laboratorio.
A parte un po' di sana ironia, sembrerà forse roba da poco ma il procedimento di ripristino delle uova ormai sode a liquide è stato messo a punto da un team di ricercatori della
University of California Irvine, dopo un lungo studio basato su nozioni avanzate di materie scientifiche altamente specialistiche.
Il processo di inversione è dunque possibile, ma è oggettivamente inoperabile in casa.
Lo studio è partito basandosi sulla
composizione dell'uovo, formato
dal 12% di proteine,
dal 74% di acqua e da
l 14% di grassi, con
sali minerali e
vitamine in tracce.
Durante il processo di cottura dell'uovo, utile a renderlo sodo, le proteine in esso contenute si denaturano sotto l'effetto del calore, srotolando le loro lunghe maglie per poi riaggrovigliarsi in un composto solido.
Durante l'esperimento, dunque, gli scienziati hanno fatto
bollire un uovo di gallina per venti minuti, fino a far perdere quasi completamente il suo contenuto in acqua, rendendo l'albume sabbioso e il tuorlo gommoso.
Successivamente all'uovo ormai solidificato è stata aggiunta dell'urea, sostanza presente nelle urine di uomo e mammiferi, che ha la peculiare capacità di risciogliere le proteine agglomerate.
Il composto così ottenuto è stato poi centrifugato con un particolare macchinario, in modo da permettere alle proteine di riassemblarsi, ottenendo un uovo nuovamente liquido ma assolutamente
non commestibile.
A cosa è servito quindi questo lungo procedimento?
A nulla se lo si vede nel suo risultato, ma lo studio non va inteso limitatamente all'uovo riportato allo stato liquido, perché va visto su più larghi orizzonti.
Questa ricerca ha permesso di capire come riuscire a disincrostare efficacemente, ad esempio, macchinari che vengono utilizzati nelle industrie di caramelle gommose e di altri prodotti alimentari;
allo stesso tempo, non è escluso l'utilizzo di un procedimento simile e da mettere a punto, per la sintesi di farmaci proteici.
La capacità di riformare le proteine denaturate con costi esigui e procedimenti rapidi ed efficienti, rappresenta infatti un enorme vantaggio soprattutto per abbattere i costi sostenuti per la produzione di anticorpi anti-tumorali.
Vista in questi termini, questa ricerca assume tutt'altro valore, diventando anzi un precursore di nuove tecnologie volte alla formulazione di farmaci utili ma a prezzi più ridotti.