Il galateo, questo sconosciuto: una recente indagine ha rivelato come la maggior parte degli italiani non conosca per nulla le regole del bon ton a tavola.
Ci ha pensato l'Accademia Italiana Galateo a fare chiarezza sulla conoscenza del bon ton a tavola da parte degli italiani: i risultati sono stati, come prevedibile, impietosi. L'italiano medio ha la grottesca tendenza a fare l'esatto opposto di quanto invece richiederebbe l'etichetta. Samuele Briatore, presidente dell'Accademia, ha preso spunto dagli errori più comuni per sviluppare un decalogo del bon ton a tavola: 10 regole d'oro da seguire per rispettare l'eleganza e le tradizioni del galateo. A partire dal famoso buon appetito.
Galateo a tavola: le regole di Samuele Briatore
Questo augurio, che l'87% degli italiani crede essere di cortesia, in realtà non solo è scorretto, ma addirittura fuori luogo: l'inizio del pasto, ai tempi dei nobili, doveva avvenire seguendo in silenzio il padrone di casa. Ma non si tratta dell'unica convenzione errata. Persino
il cin cin è un errore comune al 74% degli italiani: il galateo, infatti, esige che i brindisi siano effettuati con un discreto cenno del bicchiere, accompagnati da un augurio originale e sincero. Un'altra cosa da non fare è
chiedere il sale. Il 95% ignora che il sale veniva considerato come una ricchezza: chiederlo alla padrona di casa significava sottolineare la sua condizione di povertà o, peggio ancora, insinuare di non aver apprezzato il cibo. Il galateo è impietoso persino con la radicata abitudine di
tagliare il formaggio col coltello, invece che con la forchetta: un errore comune all'82% degli italiani. Il coltello non va utilizzato neanche per tagliare il pane. Il 76% degli intervistati ignora anche questa regola: il pane va spezzettato con le mani in piccoli bocconi e riposto in un piattino. Un'altra abitudine condivisa dalla quasi totalità degli italiani riguarda il consumo
degli ultimi cucchiai di brodo: il 93% crede che sia corretto inclinare il piatto verso se stessi, invece che verso l'esterno. Anche
la posizione delle posate durante le interruzioni dei pasti è un argomento tabù: il 79% ritiene che sia corretto posizionarle con i lembi al piatto e le basi sul tavolo, ovvero il modo più veloce per sporcare i manici e far colare i sughi sulla tovaglia. Non si salva neanche l'abitudine a
portare il cucchiaino in bocca dopo aver mescolato il caffé e la credenza che il
tovagliolo sulle gambe non possa essere utilizzato per pulirsi le labbra. Infine il più grande incubo di chi prepara la tavola: la
posizione di posate e bicchieri, sconosciuta all'85% degli italiani.
Chissà come la prenderebbe
Galeazzo Florimonte: il vescovo che nel 1500 inventò il galateo, di sicuro, avrebbe molto da ridire sul livello di eleganza e di conoscenza dell'etichetta che l'italiano contemporaneo dimostra tutti i giorni di non avere.
Pubblicata il 19/08/2015
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