Mangiare in vacanza non è una questione secondaria, almeno non per gli italiani. Altro che mare, montagna o arte, le mete preferite dagli italiani sono quelle che assicurano un buon cibo. Già perché siamo un popolo che ama la buona cucina e il rapporto Coldiretti “Le vacanze italiane nel piatto 2018” non fa altro che confermarlo: le spese per l’alimentazione in vacanza sono quelle più importanti tanto che l’impatto economico del cibo ha superato i 30 miliardi di euro (base annua), dividendosi tra italiani (60%) e stranieri (40%). L’Italia, infatti, è meta ideale anche per
vacanze enogastronomiche e così il budget a disposizione per il cibo supera di gran lunga le altre voci che completano il pacchetto vacanze: gli alloggi non vanno oltre i 24 miliardi, 19 quelli spesi tra souvenir e abbigliamento, mentre per trasporti, attività culturali e intrattenimento non si spendono più di 9 miliardi all’anno.
Mangiare in vacanza, il potere del buon cibo
Potere del buon cibo con i dati che confermano come non solo l'
alimentazione estiva, ma scegliere le mete in base a cosa mangiare in vacanza sia quasi una tradizione ormai: ben 110 milioni i turisti che scelgono il nostro paese proprio per motivi enogastronomici, il 43% sono italiani, il 57% stranieri. Il piacere del cibo permette una fruizione diversa del territorio che viene scoperto attraverso le eccellenze e le tipicità del luogo. Così si moltiplicano i tour enogastronomici, così come le gite per visitare aziende agricole, laboratori o cantine. “Il buon cibo insieme al turismo e alla cultura – spiega il presidente Coldiretti Roberto Mancalvo - rappresentano le leve strategiche determinanti per tornare a crescere puntando sulle specificità di un modello produttivo unico che è cresciuto ed ha vinto grazie ai valori dell’identità, della biodiversità e del legame territoriale”. Dal buon cibo al buon turismo per riaffermare le eccellenze italiane come motore per un turismo di alta qualità. Perché mangiare in vacanza non è solo importante: (per gli italiani), è l’unica cosa che conta (o quasi).