Aumentano in Italia i
ristoranti childfree cioè quei locali in cui
i bambini non sono ben accetti: si tratta di una novità degli ultimi anni che va incontro a quei clienti che non vogliono la serata disturbata dalla presenza, non sempre silenziosa, di bambini. In Europa, tanto per fare dei numeri, esistono oltre 400 attività – tra ristoranti e alberghi – childfree. Nel nostro Paese se ne contano a decine: vietato l’accesso a bambini e ragazzini al grido di relax e pace per gli altri clienti. Ma è davvero legale dire no all'accesso dei bambini? Insomma, i ristoranti childfree rispettano la legge?
Legge contro i ristoranti childfree
Ebbene, che ristoratori e albergatori si mettano l’anima in pace: non è legale vietare l’accesso ai bambini. Il tutto è relativo al Regolamento di attuazione del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (1940) aggiornato poi più volte: nell'articolo 187 si legge che “salvo quanto dispongono gli articoli 689 e 691 del codice penale, gli esercenti non possono, senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo”. Quindi niente divieto di accesso ai bambini ma anche ad altre persone se non per legittimi motivi: ovviamente si pone poi la difficoltà di capire quali siano questi motivi che giustifichino l’esclusione. L’interpretazione in questo senso è molto varia e va dai reati commessi al decoro e all'abbigliamento. In linea generale però tra questi legittimi motivi non pare esserci posto per quelli che giustificherebbero l’allontanamento di famiglie con piccoli al seguito. Così, se i bambini vengono rifiutati è possibile chiamare le forze dell’ordine o inviare una segnalazione alle associazioni di categoria: in caso di sanzione accertata il locale potrebbe andare incontro ad un’ammenda che va da 516 a 3098 euro. Eppure c’è chi continua così e ne va anche orgoglioso. E voi da che parte: ristorante con o senza bambini?