Data Pubblicazione: 06/02/2018
Un percorso lungo e gustoso: la storia della pasta ha inizio ben prima della nascita di Gesù, quando l'uomo iniziò a coltivare i campi. Un viaggio che ha inizio quindi in un passato molto lontano e che ancora oggi non è terminato. La prima testimonianza di un qualcosa che potesse assomigliare alla pasta si ha nel primo millennio avanti Cristo. E' il termine greco laganon (piatto di pasta agliato a strisce) che ci mette sulla giusta via. Parola che poi in latino diventerà laganum e sarà usata nei suoi scritti da Cicerone.
Se cercate però delle date certe per la storia della pasta in Italia dovete risalire al 1154, anno in cui il triyah, "un cibo di farina in forma di fili", è descritto dal geografo Al-Idrin. Questo antenato della pasta era prodotto a Palermo e poi esportato nel resto della Penisola. Altra data sicura è il 1279. È il notaio genovese Ugolino Scarpa a stilare l'inventario degli oggetti lasciati da un marinaio morto. Tra questi c'è anche una "bariscela plena de macaronis". Non fu quindi Marco Polo dopo il suo viaggio in Cina a 'regalare' la pasta agli italiani.
Qualche secolo dopo, 1474, lo storiografo Bartolomeo Sacchi parlò nel suo ricettario 'De Honesta Voluptate' dell'essiccazione per conservare la pasta. Ma il clima del nostro paese ben si confà alla produzione di questa prelibatezza che ora è quasi diventata un simbolo d'Italia. Dalla Liguria alla Sicilia, passando per la Campania, la nostra pasta è lasciata essiccare all'aria, semplicemente. Poi al Nord fu inventata la giostra. Si trattava di uno strumento in legno con un asse centrale verticale che sostenevano i telai (per la pasta corta) o le canne (per la pasta lunga).
Ancora qualche anno di pazienza ed ecco l'abbinamento che il mondo ci invidia: la pasta con il pomodoro; siamo nel XVII secolo. Prima erano nate le corporazioni di pastai: Milano, Roma, Napoli, Palermo. Arrivano le multe per chi vende pasta senza essere un fornaio. Nasce la prima regolamentazione. Urbano VIII con una bolla papale datata 1641 stabilì che tra un negozio di pasta e l'altro occorre una distanza di almeno 24 metri.
Nel XVIII secolo, invece, il re delle due Sicilie Ferdinando II, ordinò a Cesare Spadaccini di realizzare un macchinario per l'impasto della semola, fino ad allora fatto con i piedi. Nel 1870 comparvero i primi torchi idraulici e iniziò il processo di meccanizzazione. Sessant'anni dopo, 1933, ecco la macchina in grado di compiere l'intero ciclo produttivo.
La storia della pasta è arrivata così ai giorni nostri, ma la ricetta base non è affatto cambiata: semola di grano duro e acqua. Gli unici ingredienti utilizzabili per produrre pasta secca, anche secondo la legge italiana.
Pubblicata il 06/02/2018Le nostre rubriche
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