Servono a rendere più belli e appetibili tutti gli alimenti che consumiamo. Dai gelati alle caramelle passando per le bibite più famose: senza coloranti alimentari non sarebbero così diffuse. Ma cosa sono e come si producono?
Andiamo alla scoperta di tutto quello che c'è da sapere sui coloranti alimentari
Partiamo da un concetto fondamentale: non possono essere considerati alimenti. Proprio per questo sono definiti a livello legislativo
additivi. Questi devono essere inseriti tra gli ingredienti: i coloranti devono essere indicati con la lettera E e un numero tra 100 e 199. Al giorno d'oggi i più diffusi sono i
coloranti naturali. Si tratta di sostanze che vengono estratte da materie prime animali, vegetali o minerali. Un esempio? Il nero che arriva dal carbone o il giallo oro che è estratto dai petali di calendola.
I
coloranti alimentari naturali presentano alcune problematiche rispetto a quelli sintetici. Ad esempio i colori non sono uniformi e lucenti, sono pochi stabili se esposti al calore o alla luce. I
coloranti artificiali, invece, riescono a reagire in maniera più stabile alle modifiche di temperatura e acidità, sono maggiormente solubili. Vantaggio da non poco conto poi è quello del prezzo: i sintetici sono meno cari.
Coloranti alimentari, a cosa servono
Una volta stabilito cosa sono, vediamo a cosa servono i coloranti alimentari. Obiettivo primario è donare un aspetto naturale agli alimenti. Ma non mancano altre motivazioni che si celano dietro al loro utilizzo. Ad esempio si può farlo per attrarre: ecco allora che parliamo di motivazione pubblicitarie, di marketing vero e proprio. Gli occhi vogliono la loro parte e allora anche l'aspetto di un alimento, colore compreso, diventa fattore essenziale per il successo di un prodotto alimentare.
Dal punto di vista legislativo, in Europa i coloranti devono ottenere l'autorizzazione Efsa ed essere utilizzati soltanto se non ci sono alternative. Esistono poi regolamenti che stabiliscono le quantità massime che possono essere utilizzate in determinati alimenti o quella che giornalmente può essere assunta.
Dal punto di vista della sicurezza, alcuni coloranti alimentari sono stati tolti dal mercato. Ad esempio il colorante rosso E128 è stato ritenuto cancerogeno e non più usabile, mentre per il caramello (E150) c'è stata soltanto una diminuzione delle dose giornaliere consentite.
Esistono poi
ingredienti coloranti che non sono altro che ingredienti alimentari che hanno proprietà coloranti. Ad esempio frutta e verdura o alcune piante commestibili. La normativa prevede che devono provenire da alimenti e avere alcune caratteristiche specifiche. Più costosi rispetto ai coloranti naturali e sintetici, garantiscono una maggiore presenza di sostanze antiossidanti.
Confezionamento alimentare
Pubblicata il 07/04/2017
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