Irrigare meno gli ulivi migliora la qualità dell'olio
Stando a una recente ricerca spagnola, ulivi irrigati poco producono olive (e dunque oli) qualitativamente migliori.
Ci sono tante caratteristiche che rendono un olio più o meno pregiato e gustoso rispetto agli altri, ma tra queste fino a oggi non figurava una caratteristiche messa in un luce da una recente ricerca spagnola: a quanto pare, il grado di "sete" di un ulivo influenzerebbe la riuscita dell'olio, al punto che ulivi assetati produrrebbero olio extravergine d'oliva (EVO) decisamente migliore. In tal senso, sarebbe sufficiente razionare l'acqua con cui vengono irrorati gli ulivi per garantire una produzione di olio EVO più salutare e corposo. Chiunque si intenda un minimo di agricoltura e di ulivi, sa bene che l'ultimo decennio è stato tutt'altro che facile per i produttori di olio: le malattie che, se non fermate in tempo, infestano interi uliveti, e le contraffazioni della concorrenza sleale hanno rappresentato per questo settore economico degli ostacoli non da poco; per arginare le conseguenze di questi mali, si è dunque intensificata la ricerca inerente ai fattori in grado di garantire un olio di qualità, denso, corposo e salutare. Tra le variabili prese in considerazione, si sono analizzate anche le tecniche di irrigazione. Si è scoperto così che esse non sono affatto ininfluenti nella produzione di un buon olio; anzi: la quantità di acqua garantita dai coltivatori agli ulivi sarebbe direttamente responsabile della riuscita dell'olio, nonché del suo sapore. A giungere a questa importante conclusione, è stato un gruppo di ricercatori spagnoli della Universidad Politécnica di Madrid. Anche in Spagna, come in Italia, l'olio rappresenta uno dei pilastri dell'alimentazione e anche, di conseguenza, dell'economia, dunque è fondamentale che esso sia di qualità e la sua produzione sostenibile. I ricercatori spagnoli hanno dunque condotto uno studio sperimentale sulle tecniche di irrigazione di un uliveto, cercando di capire in che modo lo stress derivante dalla carenza di acqua potesse influenzare la quantità e qualità delle olive. Ci sono voluti due anni di ricerche e di esperimenti per appurare che un Deficit di Irrigazione Regolamentato (ossia un RDI, termine che sta per "Regulated Deficit Irrigation") aiutava a produrre un olio qualitativamente migliore. Il Deficit di Irrigazione Regolamentato si basa sul razionamento dell'acqua data dai coltivatori alle piante: esso non influenza in alcun modo la quantità di olive che un albero è in grado di produrre, mentre ha un notevole impatto sulla qualità di questi frutti, dal momento che risultano più salutari poiché contenenti una quantità di antiossidanti maggiore di quella contenuta in olive irrigate molto più spesso. Va da sè, ovviamente, che la qualità dell'oliva influenzi in maniera diretta quella dell'olio derivato. Sempre stando a quanto appurato dai ricercatori spagnoli, le olive nate da ulivi assetati possiedono acidi - per esempio gli Omega o l'acido oleico - di qualità superiore, in grado di rafforzare il sistema immunitario e quello cardiovascolare, preservando al contempo la salute di organi fondamentali come fegato e cervello.
Pubblicata il 14/03/2016
Condividi questo articolo